20.2.06

attraverso una campana di vetro

Pensavo...
agli anni delle elementari. Mi ricordo Orietta, che abitava nei vicoli antichi del centro, e Michele, il teppistello della classe, che a volte andava a giocare da lei. E mentre l'estate spargeva il suo profumo di libertà tra gli alberi e le case, mentre i raggi del sole delle sei terminavano la loro corsa sui tetti coperti di muschio, loro si rincorrevano sulle strade acciottolate, tiravano 2 calci a un pallone, esploravano gli anfratti e le cantine abbandonate sparse qua e là tra i vicoli del centro storico. Mentre, qualche quartiere più in là, Saverio vinceva la sua timidezza e correva su un campo da calcio improvvisato tra la terra e i ciuffi d'erba, e quando il sole cominciava a scendere tra i monti, lui tornava a casa, esausto, sudato, felice. Mentre nei vicoli del Piano, Marta, Marika e Letizia si raccontavano i loro segreti. Intanto, Marco tornava dalla lezione di karate, e si incontrava con Stefano per interminabili partite al Super Nintendo. Claudia e Francesca, perse nel loro mondo di fantasia e bambole. Simone, in giro per sentieri in bicicletta. Andrea, a giocare a basket col suo gruppetto, e a farsi il rifugio su quella quercia così possente nel giardino vicino casa.
Ed io, nella penombra della mia camera, a sognare di loro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

molto bello... suggestivo...

:*

ciao
Marco

djgusmy85 ha detto...

Che fa Marta? Sparla de me? :D

Non ci credo che non hai fatto niente in 5 anni di elementari, o meglio, l'erba del giardino è sempre più verde, quindi ti pare chissà cosa quello che facevano loro, ma non significa che quello che facevi tu fosse da meno...

Cmq bel racconto, alla prossima bloggata te lo copio spudoratamente :asdasdasd:

 
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